Gli interventi di restauro e di risanamento conservativo sono opere sistematiche che mutano gli elementi architettonici e funzionali di un fabbricato.
Rinnovano gli elementi costitutivi dell’immobile ma ne conservano:
- la struttura;
- la forma;
- la tipologia.
Comprendono:
- il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell’immobile;
- la rimozione delle superfetazioni dell’ immobile;
- l’introduzione degli impianti e degli elementi accessori che servono per adeguare l’immobile alle esigenze d’uso attuali.
Le superfetazioni sono gli elementi estranei al complesso edilizio.
Anche se il Testo Unico dell’Edilizia e la normativa in generale li considera insieme, il restauro ed il risanamento conservativo sono 2 gruppi di interventi:
- analoghi nei contenuti
- differenti riguardo:
- allo scopo per cui vengono eseguiti,
- alle caratteristiche dei fabbricati su cui vengono effettuati.
Gli interventi di restauro mirano a restituire ad un edificio con un certo valore storico, artistico ed architettonico una configurazione che conservi e trasmetta il valore culturale previgente.
Li precede un’analisi storico – artistica.
Tale analisi è il punto di partenza.
Rivela l’evoluzione che il fabbricato ha avuto nel tempo.
Tali interventi conservano gli elementi di fabbrica originali.
Ovvero utilizzano materiali e tecnologie coerenti con quelli originali dell’edificio stesso.
Gli interventi di risanamento conservativo hanno lo scopo di adeguare un fabbricato esistente alle esigenze di uso attuali dal punto di vista:
- funzionale
- formale
- strutturale
- tipologico.
In pratica:
- il restauro agisce sull’edificio dal punto di vista architettonico;
- il risanamento conservativo lo adegua dal punto di vista funzionale.
Sono interventi di restauro e risanamento conservativo:
- il ripristino dell’aspetto storico – architettonico di un fabbricato anche mediante la demolizione di superfetazioni;
- l’apertura di finestre al fine di aerare i locali;
- l’adeguamento dell’altezza dei solai, che non modifichi il volume esistente;
- il rinnovamento delle strutture orizzontali e verticali;
- la modifica tipologica delle singole unità immobiliari finalizzata ad una distribuzione più funzionale;
- la demolizione e la ricostruzione della struttura interna di un edificio;
- le opere finalizzate a prevenire e/o ad eliminare situazioni di degrado.
Per effettuare lavori di restauro e risanamento conservativo dovrai presentare:
- la CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata ) se gli interventi non coinvolgono le parti strutturali dell’edificio;
- la SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività ) se gli interventi interessano le parti strutturali dell’immobile.
Che differenza c’è tra “restauro e risanamento conservativo” e “manutenzione straordinaria”?
- La manutenzione straordinaria non può innovare l’organismo edilizio e deve conservare le unità immobiliari esistenti, anche nella loro destinazione d’uso.
- Il restauro e risanamento conservativo ha l’obiettivo di conservare l’organismo edilizio nel suo complesso e può comportare anche l’accorpamento di unità immobiliari distinte e con caratteristiche diverse.