Un uomo riceve una bolletta stratosferica e scopre che alla radice di un tanto alto consumo idrico c’è l’innocente trastullo del suo simpatico gattino, che si diverte ad azionare ripetutamente la leva di comando dello sciacquone del water.
L’uso frequente dello sciacquone può fare la differenza sulla bolletta?
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1. Lo strano caso del gatto americano
Un bel giorno Curt Coleman, un signore americano, ha ricevuto una bolletta dell’acqua con un importo esagerato, più alto del solito.
All’inizio ha pensato ad un guasto dell’impianto idrico ma non ha trovato nessuna perdita dalle tubazioni.
Allora ha sospettato ad un malinteso della società.
Ma non ha rilevato alcun errore nella contabilizzazione: il consumo era reale!
Deciso a far luce sulla vicenda, Coleman ha installato una videocamera nel bagno.
E cosa ha scoperto?
Ogni giorno Crazy Eyes, il suo amato gattino, entrava in bagno e con un balzo si portava sulla tazza del water.
Alzatosi sulle zampette posteriori sul copritazza, con la zampetta anteriore colpiva continuamente la placca di comando del wc.
Forse divertito dall’effetto provocato dal suo gesto, dal rumore o dallo scroscio dell’acqua, il gatto faceva partire di continuo lo sciacquone.
E così per giornate intere.
A portare la bolletta dell’acqua ad una cifra astronomica era la continua attivazione dello sciacquone da parte del simpatico micio.
2. Quanto incide lo sciacquone sulla bolletta?
Ma un uso sregolato dello sciacquone del water può portare a dover pagare una cifra tanto alta?
Il consumo di acqua potabile è una delle voci di spesa più significative sulle bollette delle famiglie italiane.
L’Istat ha rilevato un consumo medio annuo per abitante di 89,3 mc.
Il che corrisponde a circa 245 litri a testa.
Per i capoluoghi di provincia di Abruzzo e Molise, gli ultimi dati Istat riportano i seguenti consumi di acqua fatturata per uso domestico a testa:
– L’Aquila : 55,6 mc
– Pescara: 68,9 mc
– Chieti: 74,7 mc
– Teramo: 58,2 mc
– Campobasso: 53,9 mc
– Isernia: 59,4 mc
Di tale quantità d’acqua, solo una minima parte serve per bere e per cucinare.
La maggior parte è utilizzata in bagno, per lavarsi, per lavare e per innaffiare.
In particolare, lo sciacquone del wc copre il 30% dei consumi idrici di una casa.
Ogni attivazione dello sciacquone fa avanzare di tanti metri cubi il contatore dell’acqua.
E tanti scarichi fanno lievitare la bolletta.
Lo sciacquone incide tanto se ad ogni scarico si consumano 12– 15 litri d’acqua!
Consideriamo anche che quella utilizzata dallo sciacquone è acqua potabile.
3. Una possibile soluzione: lo scarico a doppio pulsante
Ridurre l’acqua dello sciacquone comporta un contenimento significativo dei consumi idrici.
Come abbiamo visto, l’uso di uno sciacquone indifferenziato porta ad un inevitabile spreco di acqua.
Uno sciacquone indifferenziato è una cassetta di scarico che non offre la possibilità di stabilire il quantitativo d’acqua necessario al reale bisogno.
È tipico delle classiche cassette “a zaino” che hanno una capacità di 12 – 15 litri d’acqua.
Sono posizionate immediatamente dietro il water.
Ogni azionamento le svuota completamente.
Bagni realizzati qualche decennio fa hanno invece cassette posizionate in alto.
Hanno una capienza di 9 litri.
Prevedono un azionamento a catenella o a pulsante.
La posizione in alto permette di aumentare la velocità dello scarico e la pressione dell’acqua.
Ciò consente di ridurne il quantitativo. E quindi il consumo idrico.
Alcune stime hanno rilevato che metà della popolazione italiana ha ancora in bagno queste cassette.
Invece le cassette di scarico a doppio pulsante consentono di scegliere tra:
- uno scarico totale, che utilizza più acqua e svuota completamente la cassetta;
- uno scarico parziale, che impiega solo parte dell’acqua contenuta.
In questo modo, puoi differenziare lo scarico in base alle tue reali esigenze.
L’installatore stabilisce il quantitativo massimo di acqua utilizzata dallo scarico totale.
In genere:
- lo scarico totale impiega 9 litri;
- lo scarico parziale ne impiega 3.
L’uso corretto di tali cassette può portare ad un risparmio idrico del 60%.
Le cassette di scarico possono essere di 2 tipi:
- incassate;
- esterne.
Le cassette incassate utilizzano delle placche di comando.
Tali placche hanno dei pulsanti differenziati che corrispondono ai 2 tipi di scarico.
Il modello della cassetta di scarico determina la portata degli scarichi.
Questa va scelta in funzione delle caratteristiche dei vasi.
Infatti ci sono delle tipologie di vasi che non permettono lo scarico di una quantità ridotta di acqua.
La manutenzione di tali tipi di cassette è analoga a quella delle cassette classiche.
L’unica accortezza sta nel controllare che il meccanismo di scarico non comporti un eccessivo accumulo di calcare.
Questo farebbe si che si azionasse sempre lo scarico maggiore.
Per contro si ha un notevole risparmio idrico che comporta:
- una riduzione della voce di spesa corrispondente sulla bolletta;
- un beneficio a livello ambientale.